Dopo il suo
ritiro dai Campionati Europei Plushenko ha dovuto annullare anche la sua
partecipazione all’Art on Ice di Zurigo in programma la settimana dopo. Come
anticipatoci da Yana all’aeroporto di Zagabria, hanno dovuto tempestivamente
avvisare Oliver Honer, creatore dello show, che Evgeni non era assolutamente in
condizioni di prendervi parte. Chi avrebbe immaginato che, invece che a Zurigo,
si sarebbe trovato sotto i ferri a Tel Aviv? Benchè la
delusione di non poterlo vedere fosse tanta, ormai la nostra trasferta per
seguire lo Zar anche in Svizzera assieme a parenti ed amici, era già pianificata. Avevamo
comunque la consapevolezza di assistere a quello che oserei definire il
migliore spettacolo di pattinaggio al mondo. Normalmente prima di andare ad un
Gala sul ghiaccio ci si informa sul cast. All’Art on Ice, cast d’eccellenza a
parte, è lo show che la fa da padrone. A mio parere ogni anno che passa
migliora la cura dei dettagli: le luci, le soluzioni spettacolari ed originali,
la presentazione dei pattinatori, ecc..
Ouverture di grande impatto con un
Stephane Lambiel nella veste inedita di cantante assieme a Larissa Evans e una
coreografia originalissima. Ma Stephane non finisce di stupirci perché per la
prima volta lo vediamo poi anche in versione rock e ci piace moltissimo! L’unico
rimpianto è non capire il tedesco per poter seguire il comico René Bazinet che,
nella veste di narratore, crea un filo conduttore tra un artista e l’altro. Il
grande schermo si trasforma in un libro dove scorrono immagini e parole. Mani
giganti avvolgono il cantante Seven e fuochi d’artificio rompono il buio dell’Hallenstadium.
Sulle note dei due violincelli “2 Cellos” pattinano Cappellini/Lanotte e sono
una meraviglia. Magia pura e sublime sono Voloshovar/Trankov. Ma la magia
vera è l’esibizione di Berntsson con Sara Meier dove il buio s’illumina di luci
inaspettate. Il momento atteso di vedere Shizuka Arakawa è arrivato. Leggiadra
in un luccichio di piume su una versione rivisitata di Swan Lake lascia la
scena incredula di fronte a due improbabili pattinatori che hanno ben altra
grazia mentre si esibiscono sulla stessa musica: Besedin/Polishuk. Numero già
visto, ma che ogni volta manda in delirio il pubblico.
La tristezza ci coglie
quando scende in pista Amodio che sostituisce Plushenko. Coinvolgente, continua
lo show anche durante gli applausi restando a dorso nudo e mostrando tutta la
sua fisicità al pubblico. Doveroso tributo a Donna Summer e Robin Gibb, ammirate
star di passate edizioni sulle cui musiche anghe Plushenko aveva pattinato. Apprezzatissimi dal pubblico Adelina Sotnikova e,
come sempre, Savchenko/Szolkowy. Momento clou è la presentazione da brivido della
guest star Leona Lewis con un video di grande effetto sul megaschermo. Il palco
magicamente si stacca trasportando lei, con un mantello scintillante, e i
ballerini fino al centro della pista dove le acrobazie di Emmanuelle Balmori su un cerchio sospeso nell’aria le fanno da
cornice. Leona, voce potentissima, coinvolgente e grande
diva, conclude alla grande uno show in cui si respira un’atmosfera irreale
e magica.
Un inchino alla genialità di Gary Scott, musical director.
La prossima
edizione, di cui si conoscono già le date, è fissata
a dopo le Olimpiadi di Sochi. Si prospetta un cast pazzesco e, presumiamo, lo
show sarà qualcosa di ancora più speciale.
Ci auguriamo Evgeni possa esserci e…..non
diciamo altro.
Un
ringraziamento particolare a Marc Lindegger.
Consuelo Valoppi